Con l’inizio della stagione turistica e l’aumento dei flussi in provincia di Sassari, la Guardia di Finanza ha intensificato i controlli contro il sommerso da lavoro, con risultati preoccupanti. Nei primi quattro mesi del 2025, i militari del Comando Provinciale hanno eseguito verifiche su 44 attività commerciali, riscontrando irregolarità in 17 di esse. In totale, sono stati scoperti 30 lavoratori in nero.
Il caso più grave è stato accertato in un ristorante della Gallura, dove erano impiegati 9 lavoratori senza contratto. Dei 30 irregolari, 25 erano cittadini italiani, mentre 5 provenivano da Germania, Romania, Marocco, Mauritius ed Egitto.
Ai datori di lavoro sono state applicate le cosiddette “maxisanzioni”, che vanno da un minimo di 1.950 euro a un massimo di 11.700 euro per ogni lavoratore in nero. Le sanzioni complessive superano i 58.000 euro. In quattro casi, è stata proposta e ottenuta la sospensione dell’attività imprenditoriale, misura prevista quando il numero di lavoratori irregolari supera il 10% del totale presente sul luogo di lavoro.
“Tali attività si collocano nell’ambito di specifici e più ampi piani d’intervento – si legge nel comunicato della Guardia di Finanza – predisposti dal Provinciale della Guardia di Finanza di Sassari, in considerazione dell’importanza rivestita dal settore turistico e delle sue ricadute economiche sul territorio”.
“La presente attività di servizio – prosegue la nota – testimonia ancora una volta l’impegno profuso dal Corpo in merito alla corretta applicazione delle norme che regolano lo specifico settore, la cui inosservanza costituisce una piaga per l’intero sistema economico in quanto sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori dipendenti e rappresenta un ostacolo alla leale concorrenza con gli operatori che rispettano le regole”.