Si conclude una giornata lunga, toccante, di quelle che non ci si aspetta. Una giornata in cui anche il tempo sembra essersi preso una pausa, come se il mondo intero, per qualche ora, avesse rallentato il passo.
Papa Francesco ci ha lasciato. Lo ha fatto nel suo stile, dopo una giornata come quella di ieri dove sembrava volesse salutare per l’ultima volta la sua gente, lasciando dietro di sé il segno profondo di chi ha saputo parlare al cuore di milioni di persone, anche – e soprattutto – di quelle che non si sentivano più raggiungibili dalla voce della Chiesa.
Teleregione Live è nata anche per questo: per continuare a parlare ai cuori e raccontare il bene silenzioso e quotidiano della Chiesa, spesso ignorato da un’informazione che si accorge di lei solo quando c’è da raccontare uno scandalo. Abbiamo scelto di farlo con uno sguardo diverso: non ingenuo, ma onesto. Non celebrativo, ma giusto.
È una TV di ispirazione cattolica, sì, ma soprattutto di ispirazione umana.
È il frutto di un cammino di fede intrapreso da persone laiche – io e mia moglie Daniela in primis, che ne ha assunto con coraggio e competenza la direzione giornalistica – e da don Gianni Sini, pilastro nei momenti di sconforto, garante silenzioso ma presente dell’essenza cattolica di questo progetto.
Nel novembre del 2023 ho avuto l’opportunità di parlare con Papa Francesco (foto). Un minuto e mezzo. Pochi istanti, ma per me interminabili. Gli raccontai della nostra piccola missione in Sardegna, della televisione nata dalla fede e dal desiderio di raccontare un territorio, una comunità, una speranza.
Parlai veloce, ma lui mi ascoltava con calma, con quella curiosità che gli occhi tradivano anche senza parole. Poi sorrise. E ci benedisse.
Non ci benedì come si fa con un gesto automatico. Ci benedì con quella consapevolezza paterna di chi intuisce la fatica, e al tempo stesso incoraggia a continuare. Nel salutarlo gli raccontai velocemente che, come gli apostoli nella barca scossa dal mare, anche noi ci siamo sentiti più volte soli, senza strumenti, immersi in un mare di difficoltà – economiche, burocratiche, logistiche – eppure sempre sorretti dalla fede e dalla Provvidenza. Eravamo sempre lì, e anzi con la voglia di continuare a crescere.

Lui sorrise ancora, stringendomi la mano sinistra, trasmettendomi molto più di ciò che mille parole avrebbero potuto dire. E io, da quel giorno, ho tenuto stretta quella benedizione come una bussola.
Fu in quella stessa occasione che ci lasciò una delle sue frasi più forti, forse anche più profetiche per chi, come noi, lavora con le parole e con le immagini: “Non giocate solo in difesa ma, rimanendo piccoli dentro, pensate in grande, perché a un compito grande siete chiamati: tutelare, attraverso le parole e le immagini, la dignità delle persone, specialmente la dignità dei piccoli e dei poveri, i preferiti di Dio.”
Oggi, al termine di una giornata in cui il nostro palinsesto è stato interamente dedicato a raccontare la sua figura, il suo magistero, il suo tratto umano, sento il bisogno di dire una cosa sola: Francesco ci ha insegnato a non avere paura della realtà.
Non della realtà patinata, quella dei grandi eventi e dei titoli d’apertura. Ma della realtà vera, quella che si vive nelle periferie, nei paesi dell’interno, nei quartieri abbandonati. Una realtà che in Sardegna conosciamo bene, fatta di isolamento, di infrastrutture che mancano, di giovani che partono e di anziani che restano. Eppure, proprio in questa realtà – ci ha detto Francesco – si nasconde la speranza. La speranza dei piccoli, dei poveri, dei dimenticati. La speranza che non fa rumore, ma costruisce.
Con la nostra televisione e questo periodico online proveremo a onorare questa eredità. Continueremo a raccontare la Sardegna con occhi liberi e cuore pieno. A dare voce a chi voce non ha. A fare quello che ci ha chiesto anche lui: non difendere solo ciò che resta, ma sognare ciò che può ancora nascere.
Grazie, Santo Padre.
Da qui, da quest’isola bellissima, continueremo a guardarci attorno con lo sguardo che ci hai insegnato. Quello che sa che il Vangelo è vivo. Anche tra le onde alte. Anche nei giorni stanchi.
Fabrizio Carta – editore Teleregione Live