Santa Teresa Gallura. Iniziata la ripiantumazione della posidonia oceanica

DiRedazione Web A

17/04/2025

“Il primo intervento è andato bene, è un lavoro lungo, impegnativo; poi cominceremo con i monitoraggi…”; Le dichiarazioni sono state rese qualche giorno fa a La Maddalena, durante le manifestazioni della Giornata del Mare, dal direttore della protetta di Capo Testa-Punta Falcone, Yuri Donno, riferendosi agli interventi, nella zona di riforestazione marina della posidonia oceanica, nell’ambito del progetto europeo Interreg Euro-Med Artemis, coordinato dal team tecnico della Medsea Foundation e dalla responsabile, la biologa marina Francesca Frau.

“Controlleremo la situazione e continueremo a piantare”, ha proseguito il direttore Donno; “col primo intervento abbiamo fatto un gran lavoro, operando su una quarantina di mq e lavorando per circa 4 giorni. Adesso aspettiamo il bel tempo e contiamo di riprendere prima di Pasqua o subito dopo; dobbiamo monitorare e verificare come attecchisce, anche perché lì dobbiamo istallare i campi boa e così vedremo il suo sviluppo trattandosi di un trapianto”.

Il team che si occupa di queste operazioni prevede di mettere a dimora oltre 2.000 talee di Posidonia, per il ripristino di circa 200 mq di prateria. La messa a dimora avviene attraverso l’utilizzo di picchetti che tengono la talea ancorata al fondale e le consentono di radicare nel tempo. Gli interventi di monitoraggio, stabiliranno l’efficacia dell’intervento. Precedentemente erano state condotte delle attività di monitoraggio volte a quantificare la biodiversità e il carbonio blu sia nella prateria degradata che in quella sana/pristina, con l’obiettivo di determinare il valore economico e finanziario delle praterie.

“Le praterie di Posidonia oceanica rappresentano il cuore pulsante del Mediterraneo, un ecosistema chiave che stiamo cercando di proteggere e ripristinare con il progetto Artemis”, afferma Francesca Frau, responsabile Medsea per il progetto Artemis ed esperta di riforestazione marina di posidonia oceanica dice: “Ogni talea che mettiamo a dimora, non è solo un gesto di ripristino ecologico, ma un investimento concreto per il futuro del nostro mare. Queste praterie sono veri e propri scrigni di biodiversità e alleati formidabili nella lotta al cambiamento climatico, grazie alla loro straordinaria capacità di sequestrare carbonio. Il lavoro che stiamo svolgendo all’interno dell’AMP di Capo Testa, dimostra come la collaborazione tra istituzioni, ricerca scientifica e comunità locali possa tradursi in azioni efficaci per la tutela dell’ambiente marino”. (CR)

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