Due giovani sardi, due storie diverse ma unite da un unico traguardo: il giuramento alla Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano. A raccontarlo sono Cecilia Fiorucci, 24 anni, di Alghero, e Diego Brandolini, 19 anni, di Gonnosfanadiga, che hanno deciso di condividere il proprio percorso all’interno dell’istituto militare, tra emozioni, difficoltà superate e consapevolezze acquisite.
«Per me il momento più emozionante è stato quando mi sono resa conto di avercela fatta – racconta Cecilia – e di essere entrata alla Scuola. Quando il Maresciallo Ordinario mi ha messo il grado sul petto, ho sentito che l’uniforme che indossavo iniziava ufficialmente ad appartenermi. Era la svolta che avevo desiderato». Una vocazione coltivata con determinazione, partendo da un percorso di studi in lingue e tecniche di laboratorio biomedico. Oggi, nella Scuola Sottufficiali, ha trovato un ambiente che l’ha messa alla prova: «È un’esperienza che richiede concentrazione e spirito di sacrificio. Si rinuncia a molte cose che prima si davano per scontate».
Anche per Diego, giovanissimo diplomato in meccatronica, l’ingresso nella Scuola è stato un momento indimenticabile: «Il momento più emozionante è stato indossare l’uniforme per la prima volta. Mi ha fatto sentire parte di un’Istituzione, con tutto l’onore e la responsabilità che questo comporta».
Entrambi sono accomunati dalla volontà di superare i propri limiti, a partire dalle difficoltà del concorso. «La prova più dura è stata il tirocinio – spiega Cecilia – perché impone un adattamento a una vita radicalmente diversa». Diego sottolinea l’impatto iniziale: «Venivo dalla vita civile e mi sono ritrovato accanto a colleghi con anni di esperienza. È stato difficile, ma la mia motivazione mi ha dato la forza per affrontare tutto».
Il percorso formativo nella Scuola comprende attività universitarie, addestrative e fisiche, con momenti di grande intensità. «Mi appassionano in particolare le attività addestrative – dice Cecilia – perché ci preparano ai diversi scenari della nostra futura carriera». Per Diego, «le prove fisiche danno un riscontro immediato e ti fanno capire quanto stai migliorando. È una crescita continua».
Immancabile il pensiero agli affetti lasciati a casa. «Stare lontani non è facile – ammette Cecilia – ma nei momenti difficili trovo conforto nei miei camerati, che considero fratelli e sorelle». Per Diego, la difficoltà iniziale ha lasciato il posto a un senso di appartenenza: «Ora sono ben integrato con i colleghi di corso, che prima di tutto sono amici».
Il messaggio che entrambi rivolgono ai coetanei è chiaro. «Gli parlerei dell’orgoglio di portare l’uniforme – afferma Cecilia – che racchiude i nostri valori e i sacrifici che affrontiamo. Il giuramento ci lega alla comunità: è un impegno che ti fa sentire parte di qualcosa di più grande». Diego aggiunge: «È una scelta di vita. Ti insegna a non dare nulla per scontato e a credere in valori imprescindibili. Se vuoi intraprendere questo cammino, preparati fisicamente e mentalmente, perché le soddisfazioni arrivano, ma vanno guadagnate».