Sardegna: terra di onore e lavoro, non di criminalità

DiRedazione

01/04/2025

Stamani alcune dichiarazioni di Roberto Saviano hanno sollevato polemiche e indignazione tra i sardi. Secondo lo scrittore, la Sardegna “produce criminali, non mafia”, un’affermazione che, oltre a generalizzare, rischia di dipingere un’immagine distorta della nostra isola.
La Sardegna è una terra antica, ricca di cultura, tradizioni e valori radicati nel senso dell’onore e della comunità. I sardi sono un popolo di lavoratori, di pastori e artigiani, di insegnanti e professionisti, di giovani che studiano e sognano un futuro migliore. Certamente, come in ogni parte del mondo, esistono anche fenomeni criminali, ma ridurre un’intera popolazione a questo è offensivo e ingiusto. È vero che l’isola, per la sua conformazione geografica e la sua storia, ha sviluppato forme di criminalità peculiari, legate soprattutto a sequestri e banditismo. Ma questo non significa che la Sardegna sia una terra di criminali. Anzi, la stragrande maggioranza dei sardi è fatta di persone perbene, che rifiutano ogni forma di illegalità e vivono con dignità e sacrificio.
Le parole di Saviano, se realmente pronunciate in questi termini, meritano una riflessione: perché si continua a etichettare interi popoli sulla base di pregiudizi e stereotipi? E soprattutto, chi ha davvero interesse a diffondere queste narrazioni?
Se vogliamo combattere la criminalità, dobbiamo partire dalle cause profonde: disagio sociale, mancanza di opportunità, assenza dello Stato in certe aree. La Sardegna, come altre regioni d’Italia, ha bisogno di investimenti, di lavoro, di progetti per i giovani. Ridurre il dibattito a etichette e facili accuse non serve a nessuno, se non ad alimentare divisioni e pregiudizi.
La Sardegna non è una terra di criminali. È una terra di persone fiere, oneste e laboriose. E questo nessuno può metterlo in discussione.

Il commento di Antonella Sedda

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