Dalla costa sorrentina parte un’iniziativa destinata a segnare una svolta nella gestione ambientale delle destinazioni turistiche marine italiane. Durante il vertice del G20Spiagge, che ha riunito 80 delegati tra sindaci, assessori e dirigenti pubblici, è stato ufficialmente istituito il primo hub nazionale per la salvaguardia dell’ambiente marino e costiero.
Un gruppo di lavoro permanente, che unisce 20 tra le principali città balneari italiane – tra cui Alghero, Arzachena, Bibbona, Caorle, Jesolo, Viareggio, Taormina e Sorrento – con l’obiettivo di rendere comuni e condivise le politiche ambientali in difesa del mare e del territorio.

Un fronte comune per affrontare l’emergenza climatica
“Siamo in un momento storico che non consente più rinvii”, ha dichiarato Roberta Nesto, coordinatrice nazionale del G20Spiagge e sindaca di Cavallino Treporti. “Non possiamo più limitarci a subire i flussi – che siano turistici, di traffico o di rifiuti – ma dobbiamo imparare a gestirli in modo intelligente. L’hub nasce proprio per mettere in rete soluzioni, esperienze e progetti, per affrontare insieme sfide come l’erosione costiera, l’emergenza climatica e la gestione dei rifiuti”.
Da Capriccioli a Marina Grande: esempi virtuosi
Tra le buone pratiche presentate, spicca il caso di Capriccioli, in Costa Smeralda, illustrato dai rappresentanti del Comune di Arzachena. “Negli ultimi decenni il litorale è profondamente cambiato, oggi lavoriamo con interventi concreti: passerelle in legno, rimozione e riposizionamento della posidonia, divieti sull’uso della plastica monouso e ordinanze antifumo”, hanno spiegato gli assessori Claudia Giagoni e Michele Occhioni.
A Sorrento, invece, è stato avviato il progetto “Pescatori custodi del mare”, che prevede il recupero dei rifiuti accidentalmente pescati e il loro conferimento a terra con un rimborso, grazie a un protocollo tra Comune, Penisolaverde e i pescatori locali, finanziato attraverso la Tari.
Le spiagge diventano laboratori di innovazione
Il G20Spiagge mira a trasformare le località turistiche in veri laboratori di sostenibilità. “Vogliamo che le nostre comunità marine vengano riconosciute a livello normativo e che possano sperimentare soluzioni innovative. Il futuro è nelle nostre mani”, ha concluso Roberta Nesto.
I dati: spiagge sotto pressione e clima che cambia
Il Mar Mediterraneo si sta riscaldando più della media globale: +0,88°C dalla rivoluzione industriale. Il livello del mare è aumentato di oltre 10 cm dal 1993. Il 40% delle spiagge sabbiose italiane è in arretramento e quasi un quarto del suolo costiero è stato urbanizzato.
Le praterie di posidonia, fondamentali per l’equilibrio marino e la lotta alla CO₂, sequestrano 5,7 milioni di tonnellate di carbonio l’anno. Anche i depositi di foglie spiaggiate, spesso rimossi per motivi estetici, proteggono naturalmente la costa.
Intanto il turismo cambia: il 41% dei viaggiatori europei considera le condizioni climatiche nella scelta delle vacanze. Comfort ambientale, qualità delle acque e paesaggi naturali diventano leve centrali per il futuro delle destinazioni balneari italiane.