La sanità del nord-ovest Sardegna è al collasso e i sindacati tornano in piazza per chiedere interventi urgenti. Stamattina, centinaia di lavoratori del sistema sanitario hanno manifestato a Sassari contro le gravi inefficienze che colpiscono ospedali e servizi territoriali, sollecitando risposte concrete dalla dirigenza aziendale e dalla politica.

Le principali criticità riguardano il sovraffollamento dei reparti ospedalieri, la carenza di personale e le interminabili liste d’attesa. “Protestiamo contro il declino della sanità nel territorio, legato alla mancata applicazione della legge Dm 77 sull’attivazione delle case della salute e degli ospedali di comunità”, ha dichiarato Antonio Monni, segretario Cisl Fp di Sassari. “Questo genera sovraffollamento ospedaliero, con gravi ripercussioni sia sui pazienti che sul personale, costretto a turni massacranti”.

Tra i reparti maggiormente in difficoltà ci sono quelli dell’area internistica, dove ogni giorno i pazienti sono stipati su barelle e letti aggiuntivi. “Le sollecitazioni sono continue e la situazione diventa insostenibile”, ha aggiunto Gianmario Sardu della segreteria territoriale Cisl Fp.

Massimiliano Muretti, segretario generale della Cgil di Sassari, punta il dito contro le liste d’attesa infinite e la gestione dei Cup: “La disorganizzazione nell’erogazione dei servizi e la terziarizzazione parziale dei Cup creano confusione e non garantiscono risposte adeguate ai cittadini”.
Infine, la Uil Fpl, attraverso il suo rappresentante regionale Augusto Ogana, ha ribadito la necessità di stabilizzare il personale precario, che comprende infermieri, operatori socio-sanitari, medici e amministrativi. “La carenza cronica di personale è alla radice di un sistema sanitario ormai inefficiente”, ha concluso Ogana.
I sindacati chiedono interventi immediati per riorganizzare il sistema sanitario e garantire servizi adeguati alla popolazione.