Ieri, nella Sala Teatro della Casa di Reclusione “Paolo Pittalis”, si è svolta la terza edizione dell’evento in memoria di Paola Scano e Italo Petitta, figure chiave della comunità tempiese per il loro impegno nella solidarietà e nell’inclusione.
Quest’anno l’iniziativa si è tenuta all’interno del carcere, luogo simbolico per il legame che Paola Scano aveva creato tra la comunità cittadina e quella penitenziaria. Grazie alla collaborazione dell’istituto penitenziario, del Team di giustizia riparativa dell’Università di Sassari e del Liceo Dettori – De André, studenti e detenuti hanno condiviso riflessioni ed esperienze.
Un evento di memoria e partecipazione
Dopo i saluti istituzionali della direttrice del carcere Veronica Proietti, del sindaco Gianni Addis, dell’assessore Anna Paola Aisoni e di Patrizia Patrizi, responsabile del Team di giustizia riparativa del Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali (DUMAS) dell’Università di Sassari, si sono susseguiti interventi sul valore della giustizia riparativa e sul ruolo di Paola e Italo nel favorire il dialogo tra il carcere e la città.
Patrizia Patrizi ha illustrato il percorso che ha reso Tempio un modello per altre città, mentre la Comandante della Casa di reclusione di Nuchis, Maria Elena Mariotti, ha ricordato l’importanza del volontariato nella realtà carceraria. Arianna Taccori, responsabile dell’Area giuridico-pedagogica, ha evidenziato come l’impegno dei coniugi Petitta abbia contribuito a superare pregiudizi e timori.
Maria Luisa Scarpa, referente dell’Università di Sassari per i progetti di giustizia riparativa nelle scuole, ha sottolineato il crescente coinvolgimento degli studenti: dai primi 25 partecipanti ai corsi di sensibilizzazione, oggi sono oltre 250.
Un ricordo che vive tra musica e parole
L’incontro è stato arricchito da letture, momenti musicali curati dai detenuti e testimonianze degli studenti che hanno partecipato alla mostra Photovoice nel 2024.
A suggellare l’omaggio a Paola Scano, una targa commemorativa: presto, la sala hobby del carcere di Nuchis porterà il suo nome.
L’evento si è concluso con le parole del figlio dei coniugi Petitta, che ha ricordato come la giustizia riparativa, anche all’interno del carcere, mantenga viva la speranza di una seconda possibilità