Le segreterie territoriali di CGIL, CISL e UIL hanno indetto una manifestazione cittadina sulla sanità che si terrà a Sassari il prossimo 27 marzo. L’iniziativa, organizzata unitariamente dalle tre sigle sindacali, vedrà la partecipazione di lavoratori, sindacalisti delle categorie più coinvolte (Funzioni Pubbliche, Edilizia, Servizi, Pensionati), associazioni e cittadini. L’obiettivo è porre al centro dell’attenzione le gravi criticità del sistema sanitario del nord Sardegna.
Il corteo partirà alle 9:30 da Palazzo Clemente, sede dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, e proseguirà verso il cantiere del nuovo ospedale Materno-Infantile, per poi concludersi intorno alle 13:00 davanti all’ingresso del Pronto Soccorso cittadino. In ognuna delle tre tappe sono previsti interventi dei responsabili confederali e delle categorie sindacali, per esporre problematiche e proposte concrete.
Le problematiche al centro della protesta
La mobilitazione nasce dalla crescente insoddisfazione per la gestione della sanità territoriale, aggravata da una riforma regionale che, secondo i sindacati, non ha risolto le criticità ma anzi le ha amplificate. Tra i principali problemi denunciati:
- Liste d’attesa interminabili, con pazienti costretti ad aspettare mesi per visite specialistiche e interventi chirurgici.
- Carenza di personale sanitario, tra medici, infermieri e operatori sociosanitari, con turni massacranti e stipendi non adeguati alla responsabilità e alla fatica del lavoro.
- Ospedali inadeguati e sovraffollati, come l’Ospedale Civile di Alghero, l’Ospedale “Segni” di Ozieri e l’Hospice di Ploaghe, ancora non operativo.
- Sovraffollamento nei Pronto Soccorso, come quello di Sassari, dove i pazienti sono costretti ad attese estenuanti.
- Blocco del turnover e precariato diffuso, che compromettono la continuità assistenziale e la qualità dei servizi.
- Tagli e mancati investimenti nella sanità pubblica, con risorse insufficienti per garantire cure adeguate a tutti i cittadini.
- Problemi legati alla riforma gestionale, con un modello accentrato che ricalca l’impostazione dell’ex ATS, ora ARES, considerato inadeguato alle reali esigenze del territorio.
Le richieste dei sindacati
CGIL, CISL e UIL chiedono un cambio di rotta nella gestione della sanità, puntando su:
- Assunzioni stabili per garantire continuità assistenziale.
- Investimenti concreti per ammodernare le strutture ospedaliere e ridurre il sovraffollamento.
- Riforma partecipata e decentrata, con maggiore coinvolgimento delle comunità locali e delle organizzazioni sindacali.
La manifestazione – secondo le sigle sindacali – vuole confermare l’urgenza di un intervento immediato per risolvere la crisi sanitaria che colpisce il nord Sardegna e non solo. I sindacati annunciano inoltre che, se le istanze non verranno accolte, sarà indetta una giornata di sciopero generale intorno ai primi di maggio.