La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna all’ergastolo per Masih Shahid, il 31enne pakistano responsabile dell’omicidio di Mirko Farci, il 20enne ucciso l’11 maggio 2021 a Tortolì mentre tentava di difendere la madre, Paola Piras, gravemente ferita a coltellate. Il ricorso presentato dai difensori dell’imputato è stato dichiarato inammissibile, chiudendo così il processo salvo sviluppi straordinari.
La sentenza, arrivata nella serata di oggi, conferma le precedenti condanne inflitte sia in primo grado che in appello. Durante l’udienza, il procuratore generale ha sostenuto l’inammissibilità del ricorso, giudicandolo basato su una semplice rilettura dei fatti, senza elementi di diritto valutabili in sede di Cassazione.
Anche i legali delle parti civili, Maurizio Corda e Marcello Caddori, hanno evidenziato la sussistenza della premeditazione, elemento centrale nell’impianto accusatorio, e hanno ribadito la particolare crudeltà del delitto.
Dall’altra parte, la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Federico Delitala, ha insistito per l’accoglimento del ricorso, sostenendo che il travisamento dei fatti avrebbe portato a una sentenza illogica, specialmente in riferimento alla premeditazione e alla mancata concessione delle attenuanti generiche.
Con questa decisione della Cassazione, la vicenda giudiziaria si chiude con la conferma della pena massima per Masih Shahid, riconosciuto colpevole del brutale delitto avvenuto quattro anni fa in Ogliastra. per Masih Shahid
La Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna all’ergastolo per Masih Shahid, il 31enne pakistano responsabile dell’omicidio di Mirko Farci, il 20enne ucciso l’11 maggio 2021 a Tortolì mentre tentava di difendere la madre, Paola Piras, gravemente ferita a coltellate. Il ricorso presentato dai difensori dell’imputato è stato dichiarato inammissibile, chiudendo così il processo salvo sviluppi straordinari.
La sentenza, arrivata nella serata di oggi, conferma le precedenti condanne inflitte sia in primo grado che in appello. Durante l’udienza, il procuratore generale ha sostenuto l’inammissibilità del ricorso, giudicandolo basato su una semplice rilettura dei fatti, senza elementi di diritto valutabili in sede di Cassazione.
Anche i legali delle parti civili, Maurizio Corda e Marcello Caddori, hanno evidenziato la sussistenza della premeditazione, elemento centrale nell’impianto accusatorio, e hanno ribadito la particolare crudeltà del delitto.
Dall’altra parte, la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Federico Delitala, ha insistito per l’accoglimento del ricorso, sostenendo che il travisamento dei fatti avrebbe portato a una sentenza illogica, specialmente in riferimento alla premeditazione e alla mancata concessione delle attenuanti generiche.