Si è tenuta oggi, presso gli uffici della Presidenza della Regione a Cagliari, la riunione del tavolo di crisi sull’emergenza idrica che sta colpendo i territori della Sardegna nord-occidentale. Al centro dell’incontro, presieduto dalla governatrice Alessandra Todde, la preoccupante scarsità di risorse idriche nei laghi del Temo, Cuga e Bidighinzu, il cui livello attuale si attesta a circa 17,9 milioni di metri cubi (Mm3), pari al 14% della capacità utile autorizzata. A questo quadro si aggiungono gli interventi di manutenzione straordinaria programmati sugli acquedotti Coghinas I e II, parte del sistema idrico multisettoriale regionale.
“La Regione sta compiendo i massimi sforzi per garantire, anche attraverso svariate opere provvisionali, il soddisfacimento delle domande idriche prioritarie, dando la precedenza all’acqua potabile, seguita da quella destinata agli usi industriali, zootecnici e irrigui di alto valore ambientale ed economico”, ha dichiarato la presidente Todde.
Alla riunione hanno partecipato gli assessori regionali della Difesa dell’Ambiente, Rosanna Laconi, dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, e dei Lavori Pubblici, Antonio Piu. Presenti anche i sindaci dei Comuni serviti dai potabilizzatori di Temo, Bidighinzu, Truncu Reale (Sassari) e Monte Agnese (Alghero), le Prefetture interessate, la Protezione Civile regionale, il Consorzio di Bonifica della Nurra, l’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna (Adis), l’Ente acque della Sardegna (Enas), l’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (Egas), Abbanoa, il Consorzio industriale provinciale di Sassari, la Città Metropolitana di Sassari e le Province di Nuoro e Oristano.
Durante l’incontro, è emersa la necessità di una gestione attenta del volume attualmente invasato, che si attesta a circa 18 Mm3, a fronte di un fabbisogno medio annuo per il comparto potabile che oscilla tra i 18 e i 20 Mm3. Una situazione resa ancora più critica dal fatto che il periodo in cui si potrebbero ricevere apporti meteorologici significativi è quasi concluso.
A complicare ulteriormente la situazione, i lavori di manutenzione sugli acquedotti Coghinas I e II, finanziati con fondi del PNRR e gestiti dall’Enas, che dovranno essere ultimati entro marzo 2026. Tuttavia, tra aprile 2025 e marzo 2026, le infrastrutture potrebbero funzionare solo parzialmente a causa di possibili disservizi. Per questo motivo, è stato proposto di vincolare almeno 3,5 Mm3 nel lago del Cuga per uso potabile, garantendo così oltre un mese di autonomia in caso di emergenze o imprevisti.
“È opportuno avviare sin da ora una ricognizione sulle risorse idriche locali potenzialmente utilizzabili, come pozzi e sorgenti, da affiancare a quelle già disponibili nel lago Surigheddu e alle acque reflue affinate provenienti dagli impianti di San Marco ad Alghero e Funtana Veglina a Sassari”, ha aggiunto Todde.
Infine, la presidente, in accordo con gli assessori Satta e Piu, ha sollecitato tutti i soggetti coinvolti a presentare in tempi brevi proposte per il reperimento di risorse idriche alternative, sottolineando l’importanza di garantire l’accesso all’acqua per l’intera collettività. “Invito in particolare il Consorzio di Bonifica della Nurra a predisporre uno scenario di erogazione che, pur tenendo conto delle risorse limitate e delle difficoltà gestionali, miri a contenere i danni alle colture arboree e pluriennali, garantendo al contempo l’abbeveraggio del bestiame”, ha concluso la presidente.