La festa del Carnevale si avvicina e in tutta la Sardegna fervono i preparativi: maschere, balli, dolci tipici e antiche tradizioni si intrecciano in un’atmosfera di gioia e condivisione. In Barbagia, nel cuore dell’isola, il Carnevale assume un carattere speciale, fatto di suoni e ritmo più che di travestimenti. Tra i paesi che mantengono viva questa eredità c’è Gavoi che custodisce antiche tradizioni. Il Carnevale di Gavoi è un evento che coinvolge l’intera comunità e si distingue per la sua autenticità e la forte partecipazione popolare, un’esplosione di suoni, colori e sapori. Uno dei momenti più attesi è “Sa Sortilla ‘e Tumbarinos” che animerà il paese giovedì 27 febbraio, una celebrazione in cui il suono profondo dei tamburi riecheggia per le vie, richiamando un passato che continua a vivere nel presente. Noto come “Jovia lardajola” durante questa giornata il paese si riempirà del ritmo incalzante dei tamburi e delle melodie degli strumenti tradizionali, mentre per le strade si diffonderà il profumo dei dolci tipici e l’allegria delle danze.

Un’esperienza autentica, dove la tradizione prende vita attraverso la partecipazione collettiva. Gia’ dal primo pomeriggio, uomini, donne e bambini si radunano in Piazza San Gavino, vestiti con gli abiti tradizionali in velluto, camicia bianca, “sos gambales” e “su bonette”, il caratteristico copricapo. Ognuno porta con sé un tamburo e, al ritmo delle percussioni, inizia la sfilata dei sonadores che si snoda per le vie del paese, trasformandolo in un palcoscenico vivente di suoni e tradizione.,
Il suono dei tamburi si mescola al tintinnio del triangolo e al suono arcaico del tumborro, la serraggia, strumento ricavato da una vescica animale essiccata che vibra come un violino.
Si uniscono anche altri strumenti tipici della musica sarda, come ” su pipiolu”, un zufolo di canna dal suono acuto che accompagna la melodia creata dal battito profondo dei tamburi. Questi ultimi vengono fatti con pelli di capra o pecora e lavorati interamente a mano con metodi antichi da abili artigiani del paese.

Ma ciò che rende ancora più suggestiva la sfilata è il volto annerito dalla fuliggine; tutti i sonadores si coprono il viso di nero, un gesto che richiama forse un’antica reminiscenza delle maschere cupe della tradizione carnevalesca sarda. Questo elemento conferisce un’aura di mistero e fascino alla festa, rendendola un’esperienza unica nel suo genere.
Mentre la musica avvolge il paese, le vie si animano con il ballo sardo, dove giovani e anziani si uniscono in cerchio, seguendo il ritmo trascinante delle percussioni. È un momento di condivisione e festa, in cui ogni passo racconta la storia e l’identità della comunità. Nel frattempo, nell’aria si diffondono profumi irresistibili; nelle case si preparano le zippulas, soffici e dorate frittelle profumate d’arancia, i pilichittos, dolcetti fragranti, e altre specialità che rendono la festa ancora più gustosa. Un viaggio, dunque, nei sapori, un’occasione per riscoprire la bontà delle ricette tramandate di generazione in generazione. Sa Sortilla ‘e Tumbarinos non è solo una sfilata, ma un vero e proprio rito collettivo che rafforza il senso di appartenenza alla comunità. Non ci sono palchi né spettacoli programmati: tutto nasce dalla spontaneità della gente, dall’energia dei tamburi e dalla voglia di stare insieme. Dopo la sfilata, la festa continua nei bar, nelle piazze e nelle sale da ballo, dove il Carnevale prosegue tra musica, danze e allegria fino a tarda notte. Il 27 febbraio, chiunque si trovi a Gavoi potrà vivere un Carnevale autentico, fatto di suoni, emozioni e tradizione. Il ritmo dei tamburi, le voci della gente, il sapore dei dolci e il calore del ballo sardo trasformeranno il paese in un luogo magico, come in un abbraccio collettivo.
Lasciamoci allora trasportare dal battito dei Tumbarinos, per respirare l’atmosfera di festa e vivere il Carnevale con il cuore aperto alla sua bellezza senza tempo.
Antonella Sedda