“Esprimo solidarietà e fraterna vicinanza a Sua Eccellenza Mons. Corrado Melis, Vescovo di Ozieri, al Direttore della Caritas, ai sacerdoti della Diocesi di Ozieri e alle persone coinvolte, loro malgrado, nell’ambito dell’indagine avviata dalla Procura della Repubblica di Sassari sulla gestione dei fondi dell’8 per mille”. Così l’onorevole Pietro Pittalis, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha aperto una dichiarazione pubblica che affronta uno dei temi più discussi nel rapporto tra Stato e Chiesa: la gestione e il controllo dei fondi religiosi.
Pittalis ha scelto di non entrare nel merito della vicenda giudiziaria, ribadendo che “il rispetto doveroso verso l’attività della magistratura” impone cautela. Tuttavia, ha colto l’occasione per sollevare una questione più ampia. “Apprezzo e condivido la solidarietà espressa dalla Chiesa Sarda su una vicenda che pone un serio problema”, ha affermato, indicando che tale problema potrebbe riguardare in futuro tutte le diocesi italiane. Al centro dell’attenzione vi è, secondo Pittalis, il limite dell’autorità giudiziaria italiana rispetto alla gestione dei fondi dell’8 per mille. Una gestione che, come sottolineato dall’esponente politico, è di esclusiva pertinenza della CEI e non può essere demandata ad altri organi.
L’onorevole ha spiegato come le diocesi, nel loro operato, non debbano essere trattate come pubbliche amministrazioni.
“Seguono un ordinamento canonico che prevede regole diverse da quelle dello Stato Italiano”, ha dichiarato, aggiungendo che il rispetto di queste differenze è fondamentale per non “snaturare la missione spirituale della Chiesa”.
Per Pittalis, infatti, le azioni di solidarietà e carità della Chiesa sono da sempre improntate al “riserbo e alla discrezione”, caratteristiche che rischierebbero di andare perdute qualora si imponessero parametri esterni.
Infine, Pittalis ha annunciato che il tema sarà oggetto di un approfondimento nelle sedi istituzionali proprie.
L’obiettivo dichiarato è evitare conflitti giurisdizionali tra Stato Italiano e Santa Sede, preservando il rispetto dei ruoli e delle responsabilità di entrambe le parti.
“Per quanto mi riguarda, la questione costituirà oggetto di specifico approfondimento nelle sedi istituzionali proprie”, ha concluso, rimarcando il suo impegno per una soluzione che salvaguardi l’autonomia della Chiesa nel rispetto delle normative concordatarie.
Con queste parole, il vicepresidente della Commissione Giustizia si è inserito in un dibattito che non riguarda solo il caso specifico della Diocesi di Ozieri, ma che pone interrogativi più ampi sul rapporto tra le istituzioni dello Stato e quelle della Chiesa cattolica, in un momento in cui equilibrio e dialogo appaiono più necessari che mai.