Gli avvocati Ivano Iai e Antonello Patané, legali della difesa nel procedimento riguardante la presunta distrazione di fondi destinati alla Diocesi di Ozieri, hanno commentato la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal PM Giovanni Caria. “Si tratta di una mera richiesta, non di un giudizio definitivo,” precisano, evidenziando che nell’udienza del 3 febbraio 2025 sarà possibile dimostrare l’infondatezza delle accuse.
Secondo la Procura, sarebbero stati utilizzati indebitamente i fondi CEI dell’8 per mille e distratti 100.000 euro ricevuti dalla Segreteria di Stato vaticana. Le difese contestano con fermezza tali ipotesi, sottolineando che “ogni centesimo dei fondi è stato utilizzato per scopi caritatevoli e solidali, mentre la somma della Segreteria di Stato è tuttora depositata su un conto bancario della Diocesi.”
Un elemento centrale è l’assenza di contestazioni da parte dei finanziatori: né la CEI, né la Segreteria di Stato, né il Ministero dell’Economia italiano si sono costituiti parte civile, non rilevando alcun illecito. “Questo conferma la correttezza della gestione e l’assenza di utilizzi privati dei fondi,” affermano gli avvocati.
Le difese sollevano inoltre una questione di principio riguardo alla gestione dei fondi dell’8 per mille. “L’ingerenza dell’Autorità italiana è irrituale e non rispettosa del Concordato e dell’art. 7 della Costituzione, che attribuiscono il controllo esclusivamente alla CEI,” sottolineano. Contestano inoltre l’identificazione dei Vescovi italiani come pubblici ufficiali rispondenti allo Stato, una qualificazione ritenuta giuridicamente errata.
Un altro aspetto critico è il legame tra il processo sassarese e quello vaticano sul Cardinale Angelo Becciu. “Gli atti acquisiti dal Vaticano sono inutilizzabili nel nostro ordinamento perché raccolti in violazione delle leggi italiane,” affermano. “Il sistema processuale vaticano, vecchio di oltre un secolo, non garantisce i diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti umani.”
Le difese concludono ribadendo la trasparenza della gestione e la fiducia nella giustizia. “La documentazione e le modalità corrette di utilizzo dei fondi dimostreranno l’infondatezza delle accuse, anche in un contesto di grande sofferenza per le persone coinvolte.”
Ecco il post completo della Diocesi di Ozieri:
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