Roma, 08.01.2024
Colpo di scena per le elezioni amministrative del 2025. Una recente nota del Ministero dell’Interno aveva indicato che, per i sindaci e i consigli comunali eletti nel 2020 e nel 2021, in mancanza di una norma specifica, l’unica soluzione sarebbe far slittare la legislatura alla primavera dell’anno successivo: al 2026 per i comuni eletti nel 2020 e al 2027 per quelli eletti nel 2021. Tuttavia, la notizia di queste ore è che il governo starebbe valutando di accorpare le elezioni amministrative con le regionali dell’autunno 2025 con una Election Day, coincidendo così con la fine del naturale mandato, al fine di razionalizzare la spesa e combattere l’astensionismo.
Questo scenario si inserisce in un quadro politico complesso, già segnato dalle dinamiche regionali, come quelle della Campania con Vincenzo De Luca e del Veneto con Luca Zaia.
E in Sardegna?
La situazione è diversa per la Sardegna, regione a statuto speciale, che gode di autonomia in materia elettorale. Al pari del Trentino-Alto Adige, che ha già fissato le elezioni per maggio, la Sardegna potrebbe scegliere una data indipendente dal quadro nazionale. Fonti non ufficiali suggeriscono ottobre come il periodo più probabile per il voto. Questo sembrerebbe l’orientamento della Presidente Alessandra Todde, che ha primaria competenza sulla materia, e che sarebbe propensa a far prevalere l’autonomia della Sardegna, a prescindere dalle decisioni del Governo che, ad ogni modo, sembrano confluire – come detto – su una Election Day per tutte le regioni a statuto ordinario.
Del resto, la nota del Ministero dell’Interno ha chiarito che per le regioni a statuto speciale spetta alla normativa locale stabilire le modalità e le tempistiche elettorali. È dunque altamente probabile che la Sardegna voglia ribadire la propria specificità, confermando una data autonoma e distinta dalle decisioni centrali.
Inoltre, le elezioni a Ottobre in Sardegna aprirebbero importanti nuovi scenari in città chiave, come il caso di Olbia. Con il voto a fine naturale del mandato nell’autunno, infatti, sarebbe temporalmente quasi impossibile veder nascere la nuova legge sul terzo mandato, che sebbene sia smentita dai più è noto quasi a tutti essere un intendimento per il “dopo Zaia”, rimettendo dunque in gioco fortini che sembravano inespugnabili.
G.Mura