Sassari, 13 dicembre 2024 – La sanità pubblica nel territorio sassarese vive una situazione sempre più critica, con ripercussioni gravi per cittadini e lavoratori del comparto sanitario. CGIL, CISL e UIL, durante l’incontro di raffreddamento tenutosi presso la Prefettura di Sassari, hanno espresso insoddisfazione per le risposte fornite dai responsabili della sanità, denunciando una serie di problematiche strutturali che paralizzano il sistema sanitario locale.
Le principali criticità
Tra i problemi evidenziati dai sindacati figurano:
- Depotenziamento delle aziende sanitarie locali, a favore di un’organizzazione centralizzata che limita l’autonomia gestionale;
- Gravi carenze di personale, dovute alla mancata revisione delle dotazioni organiche regionali;
- Ritardi infrastrutturali, come la costruzione del Materno Infantile di Sassari e il raddoppio del Pronto Soccorso;
- Sovraffollamento delle strutture sanitarie, con 80 barelle quotidianamente presenti al Pronto Soccorso;
- Fondi insufficienti per premialità e progressioni di carriera;
- Inadempienze nella gestione della salute mentale e nell’assistenza domiciliare integrata.
Le richieste sindacali
CGIL, CISL e UIL hanno avanzato proposte per affrontare la crisi:
- Potenziamento delle aziende sanitarie locali e revisione del sistema degli appalti;
- Aumento dei fondi contrattuali per attrarre professionisti e migliorare le condizioni di lavoro;
- Avvio immediato dei lavori per il Materno Infantile e il raddoppio del Pronto Soccorso;
- Trasparenza e rispetto dei contratti collettivi nelle convenzioni.
Lo sciopero come ipotesi concreta
Nonostante le richieste, le risposte ottenute sono state definite frammentarie e insoddisfacenti. “La sanità sassarese è al collasso,” ha dichiarato Sergio Mura della CISL Sassari, sottolineando l’urgenza di interventi concreti. Massimiliano Muretti della CGIL ha aggiunto: “Serve una visione chiara per programmare il futuro della sanità del territorio.”
Augusto Ogana della UIL ha concluso: “Non accetteremo più immobilismo o promesse vuote. Continueremo a lottare per i diritti dei lavoratori e per garantire ai cittadini un sistema sanitario dignitoso.”
I prossimi 20 giorni saranno decisivi fanno sapere i sindacati e lo sciopero resta una concreta possibilità se non arriveranno risposte adeguate dalle istituzioni.