Sassari, 06 Novembre 2024
Era nell’aria, specialmente perché molte amministrazioni italiane in carica avevano bisogno di capire se ci sarebbe stata una proroga o meno. E così avverrà, forse. Con una nota del Ministero dell’Interno di oggi, 6 novembre 2024, si cerca di fare chiarezza: non essendoci una norma specifica (nemmeno prevista al momento della proroga del 2020 e del 2021) che disciplini gli eletti del 2020 e gli eletti del 2021, applicando quindi l’unica norma esistente ovvero l’art. 1 comma 1 della legge 182 del 7 Giugno 1991, i Consigli Comunali saranno rinnovati, in regime di proroga, rispettivamente nella primavera 2026 (per gli eletti del 2020) e 2027 (per gli eletti del 2021). Ma la circolare 83/2024 del Ministero dell’Interno precisa che il riferimento è alle amministrazioni che si trovano nelle Regioni a Statuto Ordinario, demandando esplicitamente alle Regioni a Statuto Speciale una specifica norma in tal senso.
Sin qui la nota del Ministero, che fa riferimento esattamente a quanto avevamo più volte ribadito nei mesi scorsi: senza una norma specifica, va applicata in modo diretto quella del 1991.
Cosa accade adesso? Intanto se si pensa che questa sia la risposta definitiva, ci si potrebbe sbagliare. Come detto, la circolare fa riferimento alle Regioni a Statuto Ordinario, e fa riferimento ad una “mancanza di ulteriore norma” che disciplini la situazione; è pertanto una lettura non politica della situazione attuale, con le attuali norme. E dunque la prima variabile è proprio il Governo Nazionale, che starebbe pensando di indire, con apposita specifica norma (quella che mancava n.d.r.) una Election Day per accorpare le elezioni comunali alle elezioni regionali dell’autunno 2025. Se ciò si verificasse, si verrebbe a generare proprio quella norma mancante che permetterebbe di gestire l’atipica situazione generatasi, senza la quale l’unica decisione possibile è quella descritta dalla circolare 83. Se il Governo Nazionale dovesse accorpare le Comunali alle Regionali quanto descritto nella circolare verrebbe meno; la circolare sarebbe cioè superata. In questo caso le votazioni sarebbero nell’autunno 2025 (per gli eletti del 2020) e autunno 2026 (per eletti del 2021). Sembra del resto difficile immaginare, per esempio in Campania, elezioni comunali a Ottobre e Comunali ad Aprile, o addirittura Regionali a Marzo e Comunali a Maggio. Sin qui, sul piano nazionale e per le regioni a statuto ordinario.
E in Sardegna?
La Sardegna è una Regione a Statuto Speciale, ovvero disciplina la materia delle elezioni in modo autonomo. Dunque potrebbe seguire la linea nazionale, o potrebbe scegliere diversamente. Una parte della maggioranza sarebbe propensa a seguire la linea nazionale, un’altra parte della maggioranza regionale sembrerebbe invece propensa a non creare un precedente atipico, e di far valere piuttosto l’autonomia decisionale della Regione Sardegna.
L’analisi, sicuramente, sarà a stretto giro sul tavolo della Presidente Todde, ammesso che non vi sia già.
La Presidente potrebbe decidere di guidare la Sardegna verso una decisione indipendente, in linea con il proprio statuto, e forte del buon consenso e gradimento che sembrerebbe avere tra i sardi che si potrebbe tradurre nell’elezione, spinti dal buon vento a favore, di sindaci politicamente più vicini, ottimizzando tra l’altro i rumors dei cittadini che sembrerebbero non apprezzare particolarmente una eventuale proroga anche in Sardegna.
C’è poi la partita Olbia, una delle città “politicamente” più ambite che indirettamente entra nel complesso scacchiere delle variabili; da quanto si apprende, sembrerebbe fattibile una legge nazionale sul terzo mandato (nel dopo Zaia), entro Febbraio/Marzo 2027. In caso di proroga per gli eletti del 2020, vi sarebbe pure una proroga per gli eletti del 2021; in tal caso l’attuale sindaco potrebbe essere rimesso in gioco. Se invece si votasse per entrambi i turni a Ottobre, sarebbe difficile vedere in tempo l’eventuale norma sul terzo mandato, aprendo nuovi scenari per il dopo Nizzi.
Infine, qualora la Sardegna scegliesse di far valere la sua autonomia e di votare a Ottobre 2025, non è esclusa una norma come quella del Trentino che, sia nel 2020 che nel 2021, aveva previsto un mandato eccezionalmente di 4 anni e mezzo, per allineare le elezioni alla primavera. Difatti il Trentino voterà il rinnovo dei Consigli Comunali proprio a Maggio 2025. La Sardegna potrebbe anche indire elezioni a fine mandato proprio ad Ottobre 2025, prevedendo una durata sino a Maggio 2030 anzichè Ottobre 2030. Questa ipotesi allineerebbe le elezioni alla primavera, e il precedente del Trentino potrebbe far scuola; ma in Trentino ci pensarono 5 anni fa nella consapevolezza che è difficile tagliare un mandato quinquennale dopo il voto, diverso è se lo si disciplina prima del voto.
G.M.