Un giovane detenuto di 27 anni, originario di Cagliari, è morto oggi in ospedale dopo giorni di agonia, a seguito di un tentato suicidio avvenuto il 23 novembre nel carcere di Uta. Il ragazzo, in custodia cautelare, aveva cercato di impiccarsi nella sua cella ed era stato soccorso tempestivamente dal personale sanitario, ma le sue condizioni si erano aggravate. La famiglia ha dato il consenso per l’espianto degli organi.
Irene Testa, garante delle persone private della libertà in Sardegna, ha scritto una lettera aperta al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, definendo le morti in carcere un “fallimento dello Stato”. Testa ha raccontato di aver incontrato il giovane due giorni prima del gesto, trovandolo spaesato e vulnerabile. “Questo ragazzo doveva essere curato, non custodito”, ha affermato, sottolineando le carenze del sistema che, secondo lei, abbandona i detenuti in un “contenitore di dolore”.
Testa ha criticato duramente il sistema carcerario italiano, denunciandone le falle strutturali e l’assenza di soluzioni adeguate per le persone fragili. Rivolgendosi a Nordio, ha chiesto un cambiamento urgente per garantire una detenzione rispettosa dei diritti umani e capace di salvaguardare la vita e la dignità delle persone.