La candidatura italiana per ospitare il progetto Einstein Telescope in Sardegna si rafforza ulteriormente con l’intesa firmata oggi ad Olbia tra il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e il vice ministro spagnolo della Scienza, Ricerca e Innovazione, Juan Cruz Cigudosa. Il sostegno della Spagna alla proposta italiana è un passo significativo per il progetto di Sos Enattos. “Abbiamo voluto firmare qui in Sardegna e non a Roma, per mostrare l’impegno nel contesto locale,” ha dichiarato Bernini alla presenza della governatrice sarda Alessandra Todde, del sindaco di Lula Mario Calia e del sindaco di Olbia Settimo Nizzi.
Bernini ha sottolineato l’investimento del governo di 950 milioni di euro, aggiunti ai fondi regionali, per supportare le attività di ricerca fondamentali già in corso nella miniera di Sos Enattos, condotte dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dall’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Tutti siamo uniti con lo spirito di portare avanti questo progetto che può trasformare la regione, creando opportunità economiche e attrarre talenti nel campo accademico e scientifico,” ha aggiunto.
Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna, ha annunciato durante la firma dell’accordo, l’istituzione di un’unità di progetto sotto la presidenza regionale che si occuperà di sviluppare il contorno del progetto, inclusi un master plan per le infrastrutture e le scuole internazionali, necessarie per accogliere e integrare una comunità internazionale nel territorio. “Mentre gli scienziati si concentrano sulla ricerca, il nostro compito è garantire che trovino le migliori condizioni possibili per vivere e lavorare qui,” ha detto Todde.
Il ministro Bernini ha concluso ribadendo l’impegno a promuovere la candidatura sarda: “Continueremo a lavorare affinché, basandoci su dati e analisi scientifiche, si riconosca che questa è la scelta migliore. Nei prossimi mesi, cercheremo di persuadere la comunità scientifica e politica europea, portando testimonianze di eminenti fisici come Giorgio Parisi, che riconoscono l’unicità di questa zona poco antropizzata e a bassissimo rischio sismico, ideale per un progetto di tale portata scientifica e industriale.”