
La presidente e la sua giunta sono di fronte a una sfida quinquennale per dimostrare le loro capacità di programmazione e attuazione nel risolvere alcuni dei problemi più impellenti della Sardegna. Queste aspettative di cambiamento, in particolare riguardo alle emergenze dell’isola, richiedono risposte immediate e rappresentano un test immediato per il giudizio dei cittadini sardi.
Il segretario generale della CISL ha evidenziato: “Su questo misureremo le competenze, la volontà di dialogo e di confronto con le rappresentanze sociali ed economiche, e l’autonomia decisionale rispetto ai partiti nazionali di riferimento. L’obiettivo è promuovere una crescita che non solo generi e redistribuisca ricchezza ma che garantisca anche un miglioramento della qualità della vita e delle libertà.”
Per realizzare questa visione, sono essenziali gli investimenti nelle infrastrutture materiali come trasporti, energia e telecomunicazioni, e l’utilizzo efficace delle risorse idriche. Altrettanto cruciali sono le infrastrutture immateriali come l’istruzione e la ricerca, fondamentali per rilanciare l’economia e modernizzare tecnologicamente.
La CISL Sarda ha anche definito priorità chiave, tra cui la riduzione dei divari di crescita delle imprese sarde, una riforma dell’Ente Regione per realizzare il principio di sussidiarietà, e una politica di sostegno all’impresa e di rafforzamento del mercato del lavoro. Queste azioni sono indispensabili per competere efficacemente nell’era della società della conoscenza, basata su competenze e informazioni.