“Se oggi il Paolo Merlo è una scatola vuota sarei curioso di sapere cosa era nel 2021!”. Ha risposto così il dottor Luca Pilo (nella foto), direttore del presidio ospedaliero maddalenino, alla domanda, provocatoria, formulatagli qualche giorno fa dal sindaco, Fabio Lai. “Oggi l’ospedale risponde al bisogno di salute della popolazione maddalenina ed anche a quello delle popolazioni limitrofe”. A partire dal Pronto Soccorso, che “è dotato di tutte le competenze e le attrezzature necessarie per gestire tutte le criticità”. Ed è passato, il dottor Pilo, nel filmato diffuso dall’Amministrazione comunale isolana, a fornire alcuni numeri: “Dai 4500 accessi del 2021 si è passati a poco meno di 9000 del 2023; Abbiamo gestito qualsiasi tipo di codice, dal bianco al rosso, stabilizzando i pazienti e facendo qualsivoglia manovra in emergenza-urgenza, per la loro stabilizzazione, che poi ha consentito il trasferimento del paziente verso gli hub di riferimento, in totale sicurezza. Sono stati effettuati, all’interno del Paolo Merlo, 250 ricoveri ordinari ed oltre 100 day hospital nel 2023. Questo partendo da una posizione di 0, quale era nel 2022. A ciò si aggiungono circa 200 interventi di piccola chirurgia”, per molto tempo non praticata.
Ci sono state poi, nel 2023, ha proseguito il medico, le circa 10.000 prestazioni della Camera iperbarica, la dialisi dei pazienti cronici, la dialisi vacanze, un pediatra presente dai 4 ai 6 giorni su 7 la settimana, anche nei turni notturni; “Abbiamo un Laboratorio analisi che funziona, sia per la presenza assidua di 2 medici ma anche nelle ore notturne, attraverso l’ausilio di una tecnologia che ci consente di portare avanti esami in urgenza”. Da 12 marzo prossimo poi, dovrebbe entrare in funzione la nuova Tac, una delle più moderne; “Nel frattempo abbiamo avuto una Tac esterna che ha fatto oltre 500 esami”.
Nei giorni scorsi è partito poi un ambulatorio multidisciplinare, all’interno dell’ospedale, con la diabetologia (problema che riguarda circa il 10% della popolazione, sia maddalenina che dei comuni vicini), in sinergia con l’ambulatorio della Casa della comunità di Padule e con l’unità complessa di Diabetologia di Olbia.
“In questi 2 anni – ha concluso Luca Pilo – abbiamo accompagnato, verso il fine vita, molti pazienti per i quali probabilmente sarebbe stato necessario il trasferimento verso Olbia o Tempio, con tutti i disagi che questo avrebbe comportato per i familiari oltre che per il malato stesso”. E scusate se è poco …