Un progetto di attenzione ai bisogni primari dei pazienti più fragili, fortemente voluto dalla Direzione Generale della Asl Gallura e nato grazie alla collaborazione che si è sviluppata sull’isola-parco nel periodo Covid tra l’equipe dell’Usca, i medici di medicina generale, le associazioni e le istituzioni. È una prassi di medicina territoriale quella strutturata attraverso il programma “Infermiere di famiglia”, che da quattro mesi consente di fornire assistenza immediata a più di duecento persone, rendendo agevoli le cure e l’accesso alle visite specialistiche.
«Dall’esperienza dell’Usca in periodo di pandemia, che ci ha consentito di far lavorare insieme più figure professionali, nasce l’infermiere di famiglia che è una figura riconosciuta anche dalle disposizioni di legge che istituiscono le future Case della Comunità – spiega la Direttrice del Distretto, Anna Maria Sanna – le quali hanno proprio l’obiettivo di concentrare all’interno di una stessa struttura diverse professionalità in grado di operare in squadra, dando risposte assistenziali programmate e più complete. A La Maddalena – prosegue la dottoressa Sanna – il progetto viene portato avanti attraverso il lavoro dell’infermiera Arianna Carola e dell’infermiere Pier Paolo Cicconi, che sono in costante contatto con i medici dei pazienti, con gli specialisti e con l’Adi. Questo ci consente di calendarizzare gli interventi domiciliari, entrare nelle case delle persone, prevenire eventuali complicazioni dello stato di salute e far diventare gli infermieri delle figure di riferimento per le famiglie e per gli stessi medici. Da parte dell’infermiere di famiglia è necessario che si crei un’empatia con i nuclei familiari, così come è avvenuto fino ad oggi, che ci sia uno spirito d’iniziativa e si crei una capacità d’interagire immediatamente con tutte le istituzioni che operano nel territorio».
I pazienti assistiti hanno generalmente più di 65 anni e sono affetti da patologie croniche gravi che necessitano di un monitoraggio continuo delle terapie. Oltre al costante contatto con i medici di medicina generale e gli specialisti, gli infermieri di famiglia dialogano anche con i Servizi Sociali comunali: da questa collaborazione scaturiscono i piani personalizzati che consentono di costruire percorsi di assistenza per evitare il peggioramento e il trasporto dei malati cronici nelle strutture sanitarie al di fuori dell’isola.
«L’esperienza di La Maddalena – sottolinea il Direttore Generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro – ha diversi aspetti positivi. In prima battuta è un ottimo esempio di come la medicina territoriale sia fondamentale per risolvere tempestivamente i problemi dell’utenza. Il secondo aspetto è quello relativo all’alleggerimento delle strutture ospedaliere, perché il monitoraggio costante dei pazienti consente di limitare l’accesso in pronto soccorso e la degenza. Un altro tema è quello del contenimento dei costi di occupazione dei posti letto: i risparmi che derivano grazie al progetto dell’infermiere di famiglia possono essere investiti nei settori in cui c’è più carenza di risorse. È un progetto che richiede la massima interazione fra i professionisti – conclude il Direttore Generale – ma che se riesce a prendere piede nelle diverse comunità può dare importanti benefici ai pazienti e ottimizzare il lavoro quotidiano di medici e infermieri».