Sulla vicenda delle violenze verificatesi lo scorso sabato notte nel centro storico di Olbia, interviene don Theron Casula, coordinatore della Consulta per la pastorale giovanile di Olbia: “La Consulta per la Pastorale Giovanile di Olbia, organismo ecclesiale che riunisce il mondo delle parrocchie e delle associazioni ecclesiali della città e della zona pastorale di Olbia, preso atto dei fatti accaduti nell’ultimo fine settimana nel centro di Olbia, che hanno riguardato gruppi di ragazzi in larga parte ancora preadolescenti, desidera manifestare la propria partecipazione alla forte preoccupazione della Comunità olbiese circa il disagio che attanaglia il mondo dei ragazzi e dei giovani, ancor più aggravato dalle conseguenze sociali e relazionali legate
alla situazione pandemica di questi ultimi due anni.
Il mondo dei ragazzi e dei giovani – si legge nella nota – è una risorsa preziosa e insostituibile, non solo per il futuro ma anche per il presente della nostra città, e non possiamo guardare certo dall’altra parte quando emergono situazioni problematiche che sottendono profonde criticità, in particolare nella fascia dei preadolescenti con età compresa tra gli 11 e i 15 anni, come nei fatti già richiamati.
Per questi motivi già da tempo la Consulta ha avviato una collaborazione stabile con il mondo della scuola attraverso gli Istituti Superiori presenti ad Olbia, negli ultimi due anni abbiamo affrontato la tematica della realtà giovanile coinvolgendo l’Amministrazione Comunale e le Forze dell’Ordine della città, infine abbiamo costituito un Tavolo di lavoro con le Associazioni di Categoria del territorio.
Oggi riscontriamo l’emergenza del rischio di puntare il dito sui ragazzi e sulle loro famiglie ogni qualvolta accadono fatti come quelli avvenuti nel fine settimana scorso ad Olbia.
Riteniamo che non sia questa la via giusta per affrontare il problema. I ragazzi e le famiglie oltre che essere responsabili, sono anch’essi vittime di un sistema sociale in cui la famiglia e i giovani non sono sempre messi al primo posto nel progettare il presente e il futuro, spesso surclassati da altre prospettive progettuali, che seppur importanti, non bastano da sole a dare stabilità e sicurezza alla famiglia, vera istituzione alla base della comunità.
Olbia ha bisogno oggi non solo di una presenza più cospicua delle Forze dell’Ordine e di norme più severe e restrittive per risolvere il problema: è ovvio che in una situazione di emergenza sia necessaria anzitutto la repressione del rischio, senza temere l’utilizzo dei mezzi necessari. Risolvere l’emergenza non significa però risolvere il problema.
Alla città serve anzitutto la responsabilità di tutti gli adulti, coloro che hanno oggi in mano le sorti della comunità cittadina e che rappresentano tutte le realtà istituzionali presenti nel territorio: Chiesa, Amministrazione Comunale, Scuola, Forze dell’Ordine, Associazioni di Categoria del Mondo del Lavoro, Associazionismo e Mondo della Solidarietà e dello Sport. Responsabilità che deve tradursi in un patto di alleanza educativa CON ed A SOSTEGNO delle famiglie e dei giovani, che sono la vera ricchezza di Olbia, oltre che favorirne un sano protagonismo nella vita cittadina.
Solo così sarà possibile instaurare un sistema educativo collettivo capace di CUSTODIRE le giovani generazioni e di PREVENIRE le situazioni di disagio e di emergenza sociale che possono derivare da un disinteresse del mondo degli adulti verso le famiglie e i giovani.
Come Comunità ecclesiali locali – conclude la nota – ci impegniamo a continuare a dare il nostro contributo fattivo, non solo progettuale, per realizzare insieme una vera e propria COMUNITA’ EDUCANTE CITTADINA”.