Oggi parliamo dell’ORECCHIONE SARDO, un pipistrello unico nel suo genere, non presente in nessuna altra parte del mondo e, sopratutto, scoperto relativamente pochi anni fa (parliamo del 2002) .
E’ una specie di pipistrello, e dunque un mammifero, che è stata scoperta nelle grotte della Sardegna centrale. Fu subito battezzato con il nome di orecchione sardo (plecotus sardus) esi tratta dell’unico pipistrello endemico in Italia dell’unico mammifero endemico sardo. La scoperta della nuova specie di pipistrello venne fatta da due studiosi italiani, Mauro Mucedda ed Ermanno Pidinchedda, del Gruppo Speleologico Sassarese (centro per lo studio e la protezione dei pipistrelli in Sardegna), e da due ricercatori tedeschi, Andreas Kiefer e Michael Veith, dell’Istituto di zoologia dell’Università di Mainz.
E’ la 119ma specie di mammiferi italiana, ed è stata individuata anche grazie alle tecniche molecolari, basate cioè sulle analisi del DNA. Si tratta di una specie di pipistrello completamente nuova per la scienza, la cui esistenza era sfuggita a tutti i ricercatori e zoologi che da sempre hanno studiato la fauna della Sardegna. Come detto “Plecotus sardus” (Orecchione sardo) è il nome scientifico dato alla nuova specie che costituisce una vera novità non solo in ambito italiano ma anche nel contesto europeo e mondiale. La nuova specie è stata identificata grazie all’indagine genetica.
“Ha quasi dell’incredibile che agli inizi del terzo millennio si possa ancora scoprire un nuovo mammifero in ambito europeo, dove tutta la fauna si riteneva già nota e studiata da secoli” -sottolineava uno dei protagonisti della scoperta, Mauro Muccedda, in un articolo apparso sulla rivista “Newton”. “Il Plecotus sardus costituisce attualmente l’unico mammifero endemico della Sardegna e anche l’unico pipistrello endemico d’Italia. L’orecchione sardo, inoltre è l’unico pipistrello al mondo ad essere stato descritto da autori italiani.“
Gli orecchioni costituiscono un gruppo che si differenzia dagli altri pipistrelli per la presenza di orecchie lunghissime, quasi quanto il corpo. In Europa ve ne sono quattro specie. Data la sua recentissima scoperta, ancora ben poco si sa dell’ecologia e dell’habitat del Plecotus sardus. Attualmente viene segnalato solamente nella parte centrale della Sardegna, e più precisamente nelle zone calcaree del Supramonte di Oliena e di Baunei, nelle aree boschive ai piedi del Monte Gennargentu, sino al Lago Omodeo. “L’areale sino ad ora supposto -sottolineano gli autori della scoperta sempre nell’articolo di Newton – ricade quindi in gran parte nel perimetro del Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei.
Una dettagliata spiegazione degli stessi ricercatori è leggibile nel loro sito ufficiale, che troverai a fine pagina.
ALCUNI DETTAGLI
Areale di distribuzione:
In relazione ai dati finora a disposizione, l’Orecchione sardo risulta essere l’unica specie endemica dell’Italia. La sua presenza è stata accertata nelle zone calcaree de Supramonte di Oliena e di Baunei, ed attorno al complesso montuoso del Gennargentu.
Identificazione:
Scoperto di recente, era sfuggito ad una serie di studi che da sempre hanno interessato la Sardegna. Il carattere morfologico più evidente che distingue il Plecotus sardus dalle altre specie di Orecchioni è la forma del trago. Si differenzia inoltre per il colore della pelliccia, la dimensione del piede, la lunghezza del pollice. Lunghezza testa-tronco 45 mm.
Habitat:
Ben poco si sa sull’ecologia e sull’habitat di questa specie, pare sia stato segnalato nelle zone calcaree del Supramonte di Oliena e di Balnei e nelle aree boschive ai piedi del Monte Gennargentu, sino al Lago Omodeo. Utilizza principalmente aree boschive a quote medio-basse e trova rifugio in grotte, cavità ipogee, e soffitte buie. Niente è noto attualmente sulle attività di caccia.
Riproduzione:
Comportamento riproduttivo attualmente non noto anche se potrebbe essere simile a P. auritus.
Status di conservazione:
Taxon di recente descrizione.
Fattori di minaccia:
Si conosce ancora poco della specie, ma l’alterazione dell’habitat ed il disturbo nei rifugi possono rappresentare una minaccia.
Grado di protezione:
Non risulta inserito in leggi o convenzioni europee, ma essendo un endemismo ad areale ristretto necessita sicuramente di particolare attenzione.
MAGGIORI DETTAGLI
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