Antonio Gamboni e Stefano Cuccuru (foto) hanno realizzato, dopo anni di lavoro, un libro capace di valorizzare il territorio della Gallura unita, nei suoi centri, da un comune filo conduttore: le rocce ed i minerali. Una materia spesso poco valorizzata anche in termini turistici, ma che muove ogni anno migliaia di visitatori “fai da te” da tutta Europa. La Sardegna è meta privilegiata per le conformazioni geologiche, unite alle bellezze naturalistiche. Ed ecco che il libro, scientifico, può essere uno dei tasselli determinanti della ripresa turistica del territorio Gallurese.
Il libro affronta numerosi temi (storia, geologia, geomorfologia, ambiente, sfruttamento dei lapidei mineralogia…) mantenendo sempre come filo conduttore comune le rocce e i minerali presenti nel territorio Gallurese, la vasta sub-regione della Sardegna nord-orientale.
Nello specifico, la prima parte dell’opera inquadrerà la regione dal punto di vista geografico, geologico, storico e culturale, ripercorrendo le varie tappe succedutesi dalla sua formazione in tempi geologici fino all’arrivo delle prime popolazioni. Verranno riportati i più recenti dati provenienti dagli studi geologici e geo-cronologici inerenti la formazione delle rocce, la paleogeografia e le strutture che costituiscono e caratterizzano la Gallura. Attraverso le varie fasi storiche di cui si ha testimonianza, si analizzeranno i rapporti tra l’uomo e le georisorse, dai primi ripari all’interno dei tafoni come nell’isola di Santo Stefano, alle grandi tombe a circolo di Li Muri, Li Longhi (Arzachena) e Li Mizzani (Palau). Dalle cave romane di età imperiale di Capo Testa (Santa Teresa) che fornivano colonne ed elementi architettonici a Roma, fino alle architetture medioevali dei castelli di Baldu, Balaiana (Luogosanto), Pedres (Olbia) o delle chiese di Tempio Pausania o ancora dei centri storici dei piccoli borghi dell’interno (Aggius, Nuchis, Bortigiadas, Calangianus, Luras, Telti, Sant’Antonio…).
Si analizzerà poi l’attività estrattiva dei lapidei ornamentali estratti in diversi distretti della Gallura come il “Ghiandone” (Tempio Pausania, Calangianus, Luras, Aggius, Sant’Antonio, Telti), “Rosa Cinzia” (Bortigiadas, Tempio Pausania), “Rosa Beta” (Luogosanto, Arzachena) e il “Giallo San Giacomo” (Olbia, Sant’Antonio) che a partire dagli anni ’70 del secolo scorso hanno avuto e continuano ad avere grande importanza nel mercato nazionale e internazionale. Nella seconda parte, il libro approfondirà gli aspetti mineralogici, prima con una rassegna dei principali studiosi (Alberto Pelloux, Carlo Riva, Domenico Lovisato), collezionisti (Battista Muntoni, Giovanni Cesaraccio, Giuseppe A. Tanca e Mario Gelosa), musei e collezioni private (Arzachena, Bortigiadas, La Maddalena, San Teodoro, Telti) presenti nel territorio. Verranno poi analizzate e descritte sistematicamente 42 località mineralogiche appartenenti a 16 comuni galluresi (Arzachena, Aggius, Bortigiadas, Calangianus, Golfo Aranci, La Maddalena, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Olbia, Palau, S. Antonio di Gallura, S. Teresa di Gallura, Telti, Tempio Pausania, Trinità d’Agultu e Vignola, Viddalba) più Oschiri (comune del Monte Acuto) raggruppate all’interno di 4 macrosettori.
Successivamente verranno descritte le 137 specie finora individuate (sia in ordine alfabetico che all’interno della sistematica) alcune di queste uniche per il territorio italiano ed importanti da un punto di vista scientifico e collezionistico. Ogni macrosettore sarà corredato da una carta geologico-strutturale, ogni comune da un inquadramento topografico mentre per ogni località verrà redatta sia una descrizione puntuale che una tabella di sintesi sui minerali identificati.