La grande eruzione del vulcano siciliano Etna, la quinta di questo mese di febbraio, ha liberato enormi quantità di gas, ceneri e polveri in atmosfera. Tra tutte spicca l’enorme nube di anidride solforosa (SO2) che dopo essersi elevata fino alle alte quote si è diretta nel mar Tirreno e in Sardegna
Il satellite Sentinel5-Copernicus ha misurato quasi 20 kilotoni (corrispondenti a circa 20mila tonnellate) di anidride solforosa emessi in una singola eruzione, quella della notte tra 22-23 febbraio. Questa enorme quantità di SO2 ha raggiunto i 20 km di altitudine entrando in balia dei venti stratosferici che l’hanno sparpagliata dapprima verso nord-ovest (in Sardegna) e a seguire nuovamente ad est andando a ricoprire il centro-sud. Si tratta della più grande emissione di anidride solforosa dell’Etna per quel che riguarda il recente passato.
Naturalmente queste emissioni di anidride solforosa in alta atmosfera non avranno effetti al suolo.
Segue l’immagine satellitare pubblicata da inmeteo.net