Si è svolta questa mattina in piazza Ennio Roych a Olbia la commemorazione per la Giornata del Ricordo. L’iniziativa, organizzata da Maria Grazia De Filippi e Marco Buioni e col patrocinio del Comune di Olbia Assessorato alla Cultura ha visto la partecipazione del sindaco Settimo Nizzi e del presidente del Consiglio Comunale Gianpiero Mura. Un momento di riflessione e ricordo al quale ha preso parte anche padre Gianfranco dei Missionari della Consolata che benedetto e ricordato le vittime. Il Giorno del Ricordo è stato ufficialmente riconosciuto dal Parlamento italiano con la legge n. 92 del 30 marzo 2004.
Anche il presidente della Regione Christian Solinas è intervenuto con una nota:
“La verità storica sulle foibe – scrive il Presidente – ha restituito l’evidenza della immane portata della strage, e ancora oggi le ricerche in corso consentono di conoscere sempre nuovi e agghiaccianti particolari del genocidio degli italiani compiuto dai comunisti jugoslavi in Venezia Giulia, Quarnaro e Dalmazia e della triste storia dell’esodo giuliano-dalmata”. Operai, minatori, carabinieri e militari: queste sono state le vittime della violenza assassina. “Tra loro – aggiunge il Presidente – almeno 140 sardi, in buona parte minatori giunti da Carbonia per lavorare duramente nelle miniere istriane, ma anche molti militari. Molti di loro, in fuga da quell’orrore, trovarono rifugio in Sardegna, dando vita ad una comunità laboriosa e perfettamente integrata con il nostro tessuto sociale. Per molti anni sugli orrori commessi contro gli italiani istriani, dalmati e fiumani, cadde una ingiustificabile cortina di silenzio, e agli esuli, ai familiari delle vittime veniva negato perfino il conforto della memoria. Dal 2004 questi orrori vengono giustamente ricordati con una solennità civile nazionale che deve indurci ad una riflessione profonda sui valori fondanti della nostra civiltà”. “A tutte le vittime – conclude il presidente Solinas – va il nostro commosso e doloroso omaggio e la nostra memoria, che desideriamo alimentare soprattutto nelle giovani generazioni, affinché ripudino ogni forma di violenza e costruiscano un mondo di pace, di rispetto, di tolleranza”.